Local Training Course a Nova Gorica

Quando mi hanno chiesto di scrivere una testimonianza sulla mia esperienza al LTC ho risposto subito di sì, senza pensarci. Eppure io a scuola odiavo scrivere temi. Allora mi son interrogata sul perché di questa mia scelta impulsiva. Perché ho risposto “Volentieri non c’è problema”, invece che dire “Ei sai, non ne ho proprio voglia”? Avrei venduto un rene al mercato nero per poter rispondere così a scuola. Cosa mi era saltato in mente? Non ci volle molto per capire ciò che mi aveva spinta a farlo.

Sì, perché quando uscii da quell’ostello sperduto di Nova Gorica, dopo aver trascorso due giorni assurdamente favolosi, in me era nato un sentimento nuovo. Le parole spesso son riduttive per esprimere appieno ciò che la nostra interiorità ci fa percepire. Era un qualcosa che si avvicinava molto all’entusiasmo ma era anche pura euforia, forse era semplice gioia per aver vissuto un’esperienza completamente fuori dai soliti schemi, un’esperienza che per due giorni mi aveva fatto sentire completamente viva, un’esperienza che superava di gran lunga le mie più rosee aspettative. Ne uscii con la voglia di raccontare a tutti quello che AEGEE era. Anche se, spesso, spiegarlo risulta molto più difficile di quello che in realtà è. Tutta la mia esperienza in AEGEE è stata, sin dagli esordi, impulsiva e travolgente.1488091_741089329300700_1729846304571877744_n

Quando decisi di partecipare al LTC non sapevo neanche che cosa cavolo fosse, ma mi ero ritrovata con la mano alzata quando alla presentazione dell’associazione avevano chiesto se c’era qualcuno interessato a partecipare, dal momento che si trattava di un evento indirizzato ai nuovi iscritti. Non so se sia stato frutto di un sesto senso o se avessi semplicemente voglia di stravolgere la grigia monotonia che da un po’ di tempo mi soffocava. Fatto sta che spesso mi ringrazio per quel momentaneo eccesso di coraggio.

Mi ricordo di essere partita senza saper bene cosa aspettarmi. Avevo letto e riletto il programma capendoci poco o niente e, con un po’ di paura ed insicurezza, mi ero semplicemente detta “Dai è veramente improbabile che qualcuno ti mangi”. Risultato? Bè che dire, tra le risate degli ice-breaking games (ah si, non vi ostinate a chiedervi il perché gli “Aegeeiani” utilizzino inglesismi come se non ci fosse un domani, io ci ho provato ma senza risultati :D), gli eccessi delle due serate passate con una trentina di amici nuovi, l’arricchimento personale dei workshops e il tempo passato a stretto contatto con una grande famiglia allargata, mi sono quasi dimenticata che fuori da quell’ostello c’era una vita che aspettava il mio ritorno.

Non avevo mai provato niente di così intenso da essere addirittura disorientante. Ho solo pensato “AEGEE ora che ti ho scoperto non ti mollo più”. Forse in questa mia testimonianza dovrei spiegare con più cura in che cosa consiste LTC, ma dopotutto neanche io ne avevo idea. Penso che buttarsi di testa completamente al buio sia un’esperienza più appagante. Per questo invito tutti voi a preoccuparvi di meno, siate impulsivi e coraggiosi, vivete proiettati verso il futuro, non ostinatevi ad avere il controllo di tutto, agite, siate dinamici, cambiate, aprite le vostre menti, abbattete quei muri di cui oggi siamo circondati, fatelo con le relazioni umane, ascoltate, scambiatevi idee, opinioni. AEGEE è questo, è apertura, intercultura, spirito di gruppo, esperienza, emozione, formazione, divertimento e vi basterà veramente poco per accorgervene. In ogni nuova esperienza c’è Vita e io l’ho capito anche grazie AEGEE.

 

Marija Milic, AEGEE-Udine