Mi sono iscritta ad AEGEE il 18 Aprile 2015 e il 29 Aprile mi apprestavo ad affrontare il mio primo evento: l’ RTC di Udine. Ed ero elettrizzata. Mi sembrava di essere ritornata alle scuole elementari: avete presente la gita scolastica? Era l’appuntamen
to più desiderato, più temuto ma anche più problematico. Io ho affrontato l’ Rtc con lo stesso ingenuo e vivace spirito. La sera prima di partire la mamma mi controllava diecimilavolte lo zainetto rosa di Barbie perché ci fosse tutto, e tutto c’era, solo perché ce lo metteva lei. Questa volta con la sua stessa puntuale diligenza, ho fatto questo lavoro di check da sola. Ho ricontrollato diecimilavolte la lista che ci hanno mandato: lenzuola, sacco a pelo, oggetti per l’igiene personale… etc.L’ ho confrontata mille volte con il mio borsone aperto e mi sono convinta che la forma e il contenuto indicati dovessero essere quelli. Ho riletto mille e mille volte la tabella delle “lezioni”, cercando di immaginarmele, di capire chi, come e di cosa avrebbe parlato. E cosi borsone e sacco a pelo sono partita alla volta di Udine.
Ah si, studio da Gorizia, quindi la distanza è di circa mezz’ora di treno e quattro euro di biglietto. A questo punto credo che voi veterani dell’Associazione, oppure voi intraprendenti neofiti o voi semplici appassionati del giornale on-line se mi poteste parlare mi direste quello che la mia coinquilina, logorata dai miei dubbi esistenziali dell’ultima ora, mi disse con estrema grazia la sera prima di partire “Va tranquia, te va a Udine, non ti va miga in America! – tradotto dal Veneto… “Stai tranquilla, vai a Udine, non in America”. Obiezione legittima e sensata. Allora perché tanto batticuore? Perché tanti pensieri?
Ho 22 e nella mia vita non ho girato molto per l’Europa, ma un po’ di esperienze nel sacco le ho anche io. Quasi ogni estate partivo per le vacanze studio in un paese nuovo per imparare la lingua, ho fatto numerosi campiscuola in montagna sia come “animatrice” che “animata”, molti raduni mondiali della gioventù, moltissime vacanze improvvisate e fortunate con amici e amiche, molte gite scolastiche, appunto… il mio sacco a pelo ha già dormito con me per terra e la mia schiena ha già provato la scomodità, eppure nonostante gli anni, nonostante le esperienze, nonostante la tua testa, ogni volta che parti è sempre come fosse la prima. Non conta la distanza, certo andare in Australia ti preoccupa oggettivamente di più, perché ti preoccupa il volo, ma anche Udine può celare l’ignoto. Le domande che ti farai saranno stesse le stesse: mi piacerà ? mi divertirò? ma cosa si farà di preciso? riuscirò a parlare con gli altri? gli starò simpatica? mi staranno simpatici? E partirai sempre con questi dubbi e tornerai sempre con risposte che dimenticherai appena partirai di nuovo. Ovviamente il tutto sarà sempre sovrastato dalla sensazione immancabile di aver dimenticato qualcosa ed è matematicamente certo che ti porterai cose inutili, come un portabanane, ma non lo spazzolino… però questa è un’altra storia. Tutta questa introduzione per far capire il turbinio di emozioni che ha accompagnato questi 4 giorni e ora vi dirò cosa ho imparato, per poi dimenticarmelo appena mi appresterò a prendere l’aereo per andare in Summer.
Ho capito che le “lezioni” ci chiamano session, che la struttura di AEGEE è complicata tanto quanto quella della CIA, che se vuoi organizzare un evento devi avere tanti soldi e che se vuoi pubblicizzarlo non devi abusare della pagina Facebook, che l’Agorà è l’evento top e la prossima sarà a Bergamo, che i chupiti sono forti, ma il mirto ti stende… Scherzi a parte… Ho capito che AEGEE è un’associazione formata da giovani studenti entusiasti e intraprendenti e che fanno quello che tutti i giovani vorrebbero fare: viaggiare e stare insieme. Ho capito che ci si diverte tantissimo e bene, ma che la mattina dopo si è tutti sui banchi a parlare di progetti europei. Ho capito che i leader sono ragazzi come noi, che hanno anni di esperienze alle spalle e tanta voglia di condividerle con te. In due occasioni penso pure di aver respirato il cosiddetto AEGEE sprit. La prima volta quando due altissime ragazze serbe dai tratti del volto decisi e tipicamente balcanici si sono presentate e mi hanno raccontato che questa era una tappa del loro lungo viaggio verso Torino. Non sapevano dove stare, hanno chiesto un posto dove dormire e i ragazzi di AEGEE Udine non hanno esitato a ospitarle senza domande. La seconda volta durante un bellissimo momento ignoranza in cui l’armonica e la chitarra (e l’alcol) facevano da accompagnamento al “Pescatore” di De Andrè…e questo, beh, questo non si può spiegare… Ultimo e FONDAMENTALE: dopo tutti i cibi che ho assaggiato alla Regional Night ho capito che se l’Europa è casa nostra (come dicono tutti i ragazzi di AEGEE ), l’Italia è e resta la nostra cucina… “Oh ce biel cjscjel a Udin Oh ce biel, oh ce biel cjscjel a Udin Oh ce biel… ops… Pota, cioè, volevo dire Eja ! Alla prossima !
Cecilia Rocco, AEGEE-Udine